lunedì 16 giugno 2008

TEATRO STUDIO produzioni






































TEATRO STUDIO 2011


in sala prove





























































































TEATRO STUDIO 2010



Frammenti Tutto accadde nel tempo: cose fatti gesti, ma l'accadere non ha senso per noi, se non a partire dalla sospensione dello stesso (C.Pavese)


















Luoghi dove il tempo è sospeso, frammenti di storia, di miti, frammenti di eventi, di rocche di templi. Nasce da qui questo lavoro. Tre diverse vicende, gli Uomini gli Dei gli Eroi che il pubblico incontra seguendo il filo di un discorso lieve, che pensa e riunisce lo spazio, il tempo, l'uomo, il divino, la natura.




testi da: Eschilo Euripide Pavese Erodoto Fraschetti




"Elena"











“Fra i templi di Apollo e di Dioniso, il tuo cuore è diviso fra due strade:
vita e morte, gioia e dolore, estasi e spasimo, benevolenza e crudeltà,
toro e agnello, maschio e femmina,
desiderio e distacco.
Il sole proietta su di te l'ombra di Dioniso:
l'intuizione di una completezza e lo strazio di una lacerazione.

Orfeo, tu che sei tornato da sponde dimenticate,
dai confini di una fuga in avanti
che nessun volere potrà mai farti dimenticare,
abbandona questa disperazione...”

Il lavoro prende spunto da più testi e più visioni
- da Ovidio a Cocteau, da Poliziano a Gluk passando da Monteverdi-
recuperando essenzialmente due concetti:
il primo, che il mito è stato e resta l'unico linguaggio possibile per esprimere
i più intimi moti dell'animo umano;
l'altro, è che tutto ciò che accade non può essere cambiato, ma solo accolto e trasformato,
pena la totale lacerazione di sé.


Elaborazione del testo e regia Mario Fraschetti


Uno spettacolo di grande forza espressiva che muove nella direzione dell'attorialità più pura, alternando naturalismo e straniamento, corporeità e vocalità, in un insieme di immagini e suggestioni sempre in bilico tra realtà e finzione, contemporaneità e tempo mitico.
Durata 1h 20






















spettacolo teatrale ispirato ad una lirica di G Ristos testi di Euripide, Omero, Erodoto e autori vari

















































































































































foto Paolo Del Freo






Fu veramente Medea ad uccidere i propri figli o l’intolleranza e il pregiudizio dei Corinzi?
Medea, un nome che etimologicamente significa “colei che consiglia”, una sacerdotessa-guaritrice che usa il sapere delle madri, un sapere che da Euripide in poi è fatto passare per pericolosa magia.
Il mito di Medea per due millenni è stato letto univocamente come la vicenda di una eroina che assolve fino all’ultimo il dettame divino della distruzione della stirpe di colui che commette una colpa fino a portarlo alla estrema tragica conseguenza di dar la morte ai propri figli. Ma scavando a ritroso nel tempo si trovano altre interpretazioni, altre Medee, altri svolgimenti della vicenda. Se Medea non è infanticida, il valore stesso del mito cambia, come cambia la sua forza catartica che si indirizza allora verso altri obiettivi…
Medea è l’eroina di un mondo, arcaico, religioso matriarcale, incontrasto con un mondo razionale, laico, moderno. L’amore fra Medea e Giasone rappresenta il conflitto fra questi due mondi.
Lo spettacolo del Teatro Studio non dà una rilettura del mito, ma permette agli spettatori una interpretazione soggettiva, attraverso stimoli visuali, verbali e sonori.
Il lavoro segue la struttura drammaturgica della tragedia di Euripide su cui si innestano testi di Valerio Flacco (Argonauticon Libri), testi ispirati ai lavori di Krista Wolf e la visione sociale di Pier Paolo Pasolini.
Regia ed elaborazione dei testi : Mario FraschettiInterpreti: Daniela Marretti, Luca Pierini, Enrica Pistolesi, Beatrice Campo, Silvia Schiavoni, Mirio Tozzini.

MEDEA
Frei nach Euripides
Medea, das heißt "die Beraterin". Medea ist Priesterin und Heilerin, sie verfügt über das Wissen der Mütter; ein Wissen, das von Euripides an, als gefährliche Magie dargestellt wird. Der Mythos dieser kontroversen Frauenfigur wurde einstimmig, zwei ganze Jahrtausende lang, als die Geschichte einer Heldin gelesen, die den göttlichen Willen bis zu der extremen tragischen Konsequenz, die eigenen Kinder zu opfern, ausführt.
Gräbt man jedoch etwas nach, so finden sich andere Interpretationen, andere Entwicklungen ihrer Geschichte. Wenn Medea keine Kindsmörderin ist, ändert sich der Wert des Mythos, dann wechselt auch die kathartische Funktion des Dramas; sie öffnet sich neuen Zielen. Medea wird zur Heldin einer archaischen, religiösen und matriachalischen Welt, die im Kontrast steht mit einem rationalen, modernen Weltbild, und die Liebe von Medea und Jason vertritt den Konflikt zwischen diesen beiden Realitäten.Die Arbeit des Teatro Studio folgt der dramatischen Struktur der Tragödie des Euripides, in die andere Elemente einmünden: "Argonauticon Libri" von Valerio Flacco, Texte inspiriert von Christa Wolf, und die Vision von Pier Paolo Pasolini. Das Ziel ist, nicht nur die soziale Thematik, vorgeschlagen von Pasolini, einzubringen, sondern eine andere Interpretation des Mythos zu schaffen, die vor Euripides zurückreicht, und jene Gewalt aufzuzeigen, von der die kollektive Erinnerung mit dem Bild einer Medea als Kindsmörderin jede Spur gelöscht hatte. Aus der Fragestellung "wie kann eine Frau aus einer matriachalischen Kultur ihre eigenen Kinder töten?" fließt dem Mythos, für Jahrtausende verfälscht, neue Kraft zu. Ist es also ein Rassenvorurteil, das zu Intolleranz verfällt, und das zur Steinigung von Medeas Kindern durch die Korinther führt? Oder ist "die göttliche Moral"(verantwortlich), die nicht den Menschen entspricht, die nur die kurze Zeit eines Atemzugs leben"? Eine offene Frage, auf die der Zuschauer seine persönliche Antwort geben kann.
M. Fraschetti
(Übers. C. Wild)































"Cassandra"
spettacolo teatrale liberamente ispirato ai testi di Eschilo, Licofrone, Seneca, C.Wolf




























































"Muse, Musei e Miti" Progetto di Comunicazione e Promozione Museale












"Vie di Mare"
















" I fiori della Scizia -Amazzoni"































“Storie di Lavoro”
Dedicato all’uomo e al lavoro che da sempre lo lega alla propria stessa esistenza.
Frammenti di un passato che si mescola ed emerge nella sua semplicità e nella sua grandezza: gesti uguali, voci, suoni, i corpi degli attori, per dare forma viva alla memoria e ritrovare il filo del tempo che unisce il passato, il presente e il futuro, dissolvendo ogni confine.
La performance, della durata di 35’ utilizza musica dal vivo, azione e recitazione e sceglie di suggerire e non definire, per lasciare libero lo spettatore di evocare sue proprie immagini.
(Da testi di Esiodo, Giulio Cesare, Virgilio)





























































"La Pace di Aristofane"














spettacolo teatrale liberamente ispirato al testo di Aristofane

























































"In certi luoghi": la pancia della Terra
























performance teatrale
Presenze, attori che si muovono fra macchinari imponenti, eco dei suoni e della fatica del lavoro, della solidarietà , di un tempo passato, La performance del Teatro Studio mescola, e ricuce; le macchine prendono vita gli attori diventano macchine. Poi si entra nel ventre della Terra: l’alito immobile dell’aria, l’abbraccio delle rocce, che sono suolo pareti e cielo. Macchinari immobili su binari, come animali in letargo o in osservazione. Un percorso visivo, vocale, poetico e musicale che si dipana su più piani espressivi, che prende le mosse dal luogo particolare che è oscurità, energia: Madre Terra.